GLI UCCELLI di Alfred Hitchcock
28 ottobre 2015 | Commenta
C’è una sequenza abbastanza lunga all’inizio nell’incendio della pompa di benzina, una visione dall’alto, ad altezza predatoria, il punto di vista del rapace prima di buttarsi sulle prede, gli attori, le attrici. Credo sia la più genuina costituzione di Hitchcock regista, il genio ha successo nel dissimulare la sua reale intenzione profonda.
A un certo punto una specie animale istintivamente decide che non ne può più di disastro ambientale, di inquinamento, violenza e sfruttamento degli uomini e ci attacca. La Natura si ribella attivamente e incarica tutte le bestie che stanno nel cielo di eliminare bipedi terragni tanto invasivi e psicologici. Se così fosse, come Dio ordinò alle acque di bonificare il Pianeta di Noah, avrebbe comandato agli uccelli un’altra disinfestazione. Tuttavia Hitchcock è ateo.
Gli animali hanno la mente, ma non hanno psicologia, non si chiedono …chi sa cosa sta pensando? …cosa sta pensando di me?... È una decisione istintiva? No, è una decisione umana solo gli uomini possono intraprenderla, e non è una decisione razionale. Quindi la ribellione delle bestie volanti ha a che fare con la morale e con la psicologia degli uomini.
Di cosa si tratta? Intanto di proporre gli uccelli come titolari di una intenzionalità non già istintiva iscritta nel pacchetto cromosomico, ma pulsione spontanea, profonda, non razionale che in realtà non hanno. L’assurdità è l’antropomorfizzazione dell’uccello che letteralmente perde la bussola e i campi magnetici, realizza un progetto collettivo non procreativo, gli animali non si possono distrarre a lungo senza perdere il potere di sopravvivenza. Gli animali sono chiamati ad intervenire in una vicenda umana, in uno scontro generazionale, tra nonna, fidanzata e figlia, in una vicenda squisitamente sessuale. Appunto la specialità di noi bipedi, la relazione fisica a scopi non procreativi.
E compare Rod Taylor, egli è una specie di Russell Crowe ante litteram. Antonioni, come oggi i nostri grandi giovani registi fanno con star un po’ decotte di Hollywood, lo adatterà alle sue esigenze in Zabriskie Point.
La scena madre della pellicola è l’accusa di una coincidenza temporale, la sincronia tra l’arrivo della donna di città e le prime incursioni delle bestie aeree, ricostruzione ad opera della anziana spaventata e impotente davanti alle scelte del figlio. Un breve cenno, poi il regista ci allaga di spunti naturalistici, ci confonde, tenta di persuaderci che sta solo dipanando una trama, rappresentando assurdità, eventi impossibili, metafore del nulla, non un discorso sulle relazioni umane. I due fidanzati non hanno alcuna effusione in pubblico, mai una mossa fuori posto, di erotismo non se ne parla assolutamente. La donna bellissima tradisce emozioni e calore per la situazione di pericolo, a suggerire che se in ballo c’è la morte e il danno fisico la sua algidità si scioglie come il ghiacciolo in mano al bambino.
Ho sempre pensato che le visioni proposte da Hitchcock abbiano determinato una mutazione del guardare, nel mondo occidentale. Noi non possiamo ritardare più di un attimo l’attenzione nello stabilire cosa vuole fare del nostro corpo l’animale che ci viene incontro. Gli Uccelli ha rallentato e allungato il tempo di latenza con cui osserviamo l’eleganza del movimento fisico della bestia. Nella bestia c’è una perfetta coincidenza tra movimento esterno e interno, non c’è movimento interno. Il film costringe e sequestra la libertà di immaginare le condotte animali, la Natura se ne frega di noi, escluso il mio cane Morfeo, non viviamo nel Paradiso terrestre, non c’è mai stato e, Dubai esclusa, gli umani provano tutti i giorni a costruirlo. Talvolta l’ho visto nei mondi realizzati dai ricchi pazzi di 007.
Rod Taylor ha una fidanzata, bella, bionda, metropolitana, vuole farla conoscere alla mamma e alla sua sorellina. Un buon proposito se si vuole mettere su una famiglia, ma pare che anche presso gli anglosassoni prevalga la sapienza popolare…mogli e buoi dei paesi tuoi…Nel villaggio di pescatori, si fa per dire non è AcitrezzaGiardiniNaxos, c’è la precedente giovane fidanzata di Rod che ha aspettato. È bruna, modesta, paziente, assomiglia al tipo di un’altra Taylor, la Liz, mantiene con la mamma di Rod una certa familiarità. Probabilmente per quanto la circospezione puritana lo consenta, sarà apparso alla coscienza delle due donne il pensiero: quali sottili trucchi, quali inconfessabili prestazioni sessuali le bionde di Boston o di New York mettono in atto per rubare i possibili mariti? Mi sembra che non sia la disposizione femminile al piacere che teme la non tanto anziana madre del nostro, quanto che la futura nuora le assomiglia tanto, ma non diventerà come lei. Tremendo Alfred, la suocera è una Tippi Hedren un po’ incanutita, la moglie bionda diventerà fisiognomicamente come la madre.
Noi siamo animali psicologici, a sentire Lacan, naufraghi perduti nel linguaggio, quindi siamo autorizzati a dare agli animali pensieri umani solo nei cartoni animati, ma possiamo usare gli animali per raccontare il latente nostro e degli altri umani. O siamo pansessuali, naufraghi schiavi di Eros? Ogni carezza illecita, sanguinosa, è un uccello nero in picchiata sulle teste dei poveri bimbi, o un gesto di ambizione emancipata della nuora? Intanto la ragazzetta sorellina è meravigliosamente vestita come le bambine di Balthus o di Paolo Poli. Quali artifici di anoressia sessuale, di sobrietà premestruale devono avvenire a Bodega Bay per uniformare la menopausa alla pubertà? La fanciullina diverrà come la nuova fidanzata del figlio? Si è interrotto il ciclo identificativo eterno madre-figlia?
Il cielo cade sulla terra sotto forma di volatili, è una punizione biblica, la Sacra Scrittura è l’unica lettura garantita di una visione del mondo nell’America di Hitchcock. Nonostante la freddezza sessuale la fidanzata metropolitana è una fuoriuscita dal piano della creazione, una variante evoluta della specie umana non descritta dai testi antichi, la guerra, il pericolo della violenza della natura, non sono sufficienti a nascondere che in tempo di pace la sapienza femminile è uguale, diversa, forse superiore a quella dell’uomo. È la pace il tempo della donna, basta lei a mettere il nostro cuore e il nostro sesso in conflitto. Certo le guerre si fanno per fuggire dalle donne a cominciare dal rapimento di Elena.
Goffredo Carbonelli